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Il leasing nautico
Qualche anno fa il leasing nautico era considerato lo strumento principale nell’acquisto di un’imbarcazione.
Se la barca da acquistare era nuova conveniva sicuramente stipulare un contratto leasing piuttosto che pagarla in contanti. In effetti a conti fatti se il rapporto tra anticipo versato e numero di rate richieste era quello giusto si riusciva ad avere un risparmio significativo sul costo finale dell’imbarcazione.
Sull’usato invece conveniva mantenere il leasing il più a lungo possibile, anche pagando qualche interesse in più, per offrire all’eventuale acquirente la possibilità di subentrare nel contratto. In questo modo il venditore realizzava subito la quota contanti richiesta e l’acquirente con un minimo esborso di capitale entrava di fatto in possesso del mezzo.
Tutto filava liscio e questo sistema permetteva un notevole scambio tra privati e soprattutto un fiorente numero di nuove immatricolazioni.
Tutto a favore di un mercato dove il nostro Paese è considerato eccellenza mondiale.
Purtroppo le cose non stanno più così e al contrario adesso accendere o subentrare in un leasing è diventato complicato, oneroso, sconveniente.
Certo la crisi globale è sicuramente complice del crollo verticale che ha subito il settore ma quello che veramente ha messo KO l’intera industria nautica italiana è stata la miscela messa in atto dai nostri politici insieme alle finanziarie.
La chiusura quasi totale del credito ha provocato l’arresto immediato nelle vendite del nuovo, come del resto accade nell’immobiliare con la mancata erogazione dei mutui. Da un giorno all’altro i vari leasing nautici hanno rifiutato qualsiasi tipo di finanziamento. Nessun cliente analizzato era di loro gradimento, rischi considerati altissimi hanno motivano tassi di spread fuori da qualsiasi logica. Il leasing così non era più conveniente per nessuno.
La cosa buffa è stata che praticamente così hanno segato il ramo su cui erano seduti…!! Infatti incontrando i vari operatori del settore durante i primi saloni nautici di quel periodo chiedevo loro: come fa un leasing a campare senza fare leasing ??
Purtroppo la risposta è arrivata nel giro di qualche mese e la chiusura dei molti uffici, come previsto, non ha tardato ad arrivare.
Oggi troviamo ancora qualche leasing residuo su barche usate di recente costruzione, leasing iniziati nel 2010/11 con durata ancora per diversi anni. Su queste barche diventa difficile subentrare perchè le finanziarie ostacolano in ogni modo il nuovo acquirente.
Spesso negano il subentro perchè preferiscono limitare i rischi trattenendo il primo contraente vincolato a loro, oppure in fase di subentro rinegoziano le condizioni, certamente a loro esclusivo favore, rendendo di fatto il nuovo contratto più oneroso. Addirittura ho sentito di leasing che permettevano il subentro solo a condizione che il vecchio armatore rimanesse a garanzia del nuovo subentrante ! Richiesta a dir poco pazzesca.
A giustificazione di tale politica fallimentare viene messo in evidenza l’alto rischio di insolvenza verificatosi.
In realtà come al solito il fenomeno è molto italiano, a differenza nostra i cugini francesi continuano l’attività di leasing sul nuovo e i subentri sull’usato non sono affatto traumatici.
La conclusione amara è che oggi comprare una barca usata con leasing in corso si trasforma in un’impresa quasi impossibile, e ottenerne uno nuovo potrebbe rivelarsi un affare di stato o poco meno.
Il mio consiglio per l’acquisto di una barca nuova è di rivolgersi ai leasing francesi e lasciare perdere quelli nazionali, così come nell’usato è meglio trovarsi una barca con subentro d’oltralpe piuttosto che italiano, in questi casi tutto è più semplice e meno costoso.